Santalucia 2017 il vino di Maculan che da dieci anni sostiene la ricerca
/È un Merlot il Santalucia 2017, il vino che da 10 anni, grazie all’azienda Maculan, sostiene la ricerca della Banca degli occhi del Veneto Onlus.
Read MoreÈ un Merlot il Santalucia 2017, il vino che da 10 anni, grazie all’azienda Maculan, sostiene la ricerca della Banca degli occhi del Veneto Onlus.
Read MorePiccola recensione dell’indegna scrivana veneta su “ Vini Artigianali Italiani”, l’atteso libro di Castagno, Gravina e Rizzari
Read MoreChi è Mario lo sanno bene i miei amici. Stiamo insieme da una decina d'anni e diciamo che la storia del suo rapporto con il vino potrei condensarla in un titolo: "Dal Tavenello al Sassicaia in dieci mosse". Intendo dire che in tutto questo tempo, frequentando luoghi del vino e assaggiando con me, ha affinato sicuramente le sue percezioni sensoriali e ha imparato ad apprezzare il vino con maggiore consapevolezza. Resta comunque un consumatore medio: per lui il vino è un alimento; un bicchiere, preferibilmente di vino bianco, serve ad accompagnare il pasto. Quando si esauriscono le scorte di bottiglie mezze piene che io assaggio e poi gli lascio, il vino lo compra al supermercato, come la maggioranza degli italiani.
Vedendo il grand bailamme social-mediatico che si è scatenato in questi giorni attorno alla campagna della catena Eurospin che propone una selezione di vini scelti da Luca Gardini - Miglior Sommelier del Mondo 2010 - definiti a termini di legge "Vini Integralmente prodotti", ho pensato di coinvolgere il consumatore medio di casa, per assaggiare alcuni vini e sapere che ne pensa.
Ho iniziato sabato scorso, facendo vedere a Mario alcuni video pubblicati sul sito di Eurospin in cui Gardini spiega i vini:
"Questo Luca io non so chi è, non l'ho mai visto" dice "però mi preoccupa, è affannato. Mah. Dice che i vini son tutti buoni; ma se è un sommelier, campione del mondo... si potrebbe provarli."
Ho poi chiesto a Mario che cosa pensasse del termine "vini integralmente prodotti". Risposta: "Puoi sapere chi li fa, e chi li fa è responsabile del prodotto, di quello che trovo nella bottiglia, per cui dovrei aspettarmi una certa qualità". Insomma, Mario ha un'idea abbastanza corretta del concetto di filiera. Detto questo, lo informo che questi vini sono in vendita all'Eurospin a un prezzo che va da 1,49 € (Montepulciano d'Abruzzo dop) a 4,29 € (Sannio Fiano dop). A questo punto Mario mi guarda un po' dubbioso e sbotta: "ma a 1,49 si compra, più o meno, un litro di vino in brick." A questo punto non gli dico altro e gli propongo di andare all'Eurospin lunedì mattina per comprare alcune bottiglie. "Ok. " mi fa "sono curioso".
Arriviamo così a questa mattina e andiamo all'Eurospin. Decidiamo di prendere tre bottiglie; le sceglierà lui e io pongo un'unica "condizione": una delle tre dovrà essere un vino DOCG e quindi costerà un po' di più. All' entrata ci accoglie la sagoma - espositore di Luca Gardini, con gli opuscoli - catalogo. Ne prendo uno ma non glielo mostro. E qui viene la sorpresa: i prezzi di parecchi vini sullo scaffale sono ulteriormente ribassati. L'addetto che sta sistemando alcune bottiglie conferma: "Sì, questa settimana c'è la promozione".
Alla fine Mario sceglie:
Soave doc La Pieve 2015 costo in catalogo € 1,69, ribassato a € 1,35
Trebbiano d'Abruzzo DOP 2014 in catalogo €1,69 ribassato a € 1,35
Barbera d'Asti Superiore DOCG 2014 in catalogo a € 2,39 ribassato a €1,95.
Mario ha scelto il Soave perché è un vino che conosce e, vedendo quel prezzo, vuole scoprire se vale; anche per il Trebbiano d'Abruzzo e la Barbera d'Asti, tipologie che conosce davvero poco, a farlo decidere è alla fine il prezzo.
Arrivati a casa, mentre preparo il pranzo, lo invito a leggere l'opuscolo catalogo. Nell' introduzione Gardini illustra il suo "Modo giusto di degustare", con concetti molto semplici e alcune emoticons: mi piace, normale, non mi piace. Seguono poi la descrizioni di che cosa sia il vino integralmente prodotto, quelle dei territori di origine e le schede illustrative dei vini corredate dai prezzi. "Il libretto è fatto bene" dice Mario " si vede che qua il sommelier vuol farmi imparare qualcosa, però sembra un'altra persona, rispetto ai video." (D'accordo, Mario, ma qui è in fotografia!).
Al momento di aprire i tre vini informo Mario del fatto che sono prodotti da tre Cantine Sociali, chiaramente identificabili in retro etichetta: Cantina di Soave, Cantina Sangro di Fossacesia (Chieti) e Cantina di Castel Boglione (Asti).
L'assaggio di Mario:
Soave - gli piace al naso, è intenso, fruttato, in bocca lo trova un po' esile, si aspettava un po'di più ma poi guarda il grado ed è 11,5%, "Ci sta - un Soave onesto, senza troppe pretese, da bere a pasto",
Trebbiano d'Abruzzo. Pur non conoscendo molto la tipologia dice, " siamo da un'altra parte e c'è più intensità, sia al naso che al gusto". Insomma gli piace e lo trova "coerente!", quello che ti aspetti dai profumi lo ritrovi al gusto.
Barbera d'Asti - Mario non ama troppo i vini rossi, ma con una fetta di salame e un pezzo di Monte veronese mezzano se ne beve un bicchiere e dice "Ben fatto, non troppo ruvido, piacevole da bere, non si sente troppo il grado alcolico": (Luca, i come la mettiamo con il "tannino acido?").
Nel complesso sono vini promossi dal consumatore medio per l'ottimo rapporto qualità prezzo. Il prezzo ha d'altronde guidato la scelta, come per la maggior parte dei consumatori che vanno all'Eurospin, e come Mario, Gardini non sanno proprio chi è. Se poi ci mettiamo pure il ribasso ulteriore...
Anche la considerazione finale spetta: a Mario: " Sono vini che la gente beve, che la gente si può permettere". "Ma secondo te" - gli dico - "come possono costare così poco? Addirittura i prezzi sono stati ribassati!" La risposta che mi fornisce è semplice: "La catena del supermercato ne compra parecchio, poi se va a ribasso su questi vini, nell'economia generale troverà il modo di recuperare il sottocosto da qualche altra parte". Mario docet.
Approfondimenti:
Il post di Intravino che ha reso nota la camoagna
Il post di Angelo Peretti su Internet Gourmet che definisce la campagna di Eurospin " geniale"
Il post di Filippo Ronco su Vinix che auspica una coinvolgimento dei consumatori finali: e come vedete l'ho preso in parola.
Aggiornamento: segnalo l'ottimo post di Lorenzo Biscontin che chiarisce molte cose su Eurospin, in primis scelte dei prodotti e dinamiche dei prezzi-
Qui sotto: Mario all'Osteria dei Mario a Vinitaly 2012 - Il Consorzio dei Vini Colli Berici e Vicenza aveva ideato un'approccio al vino destinato al consumatore, prendendo a prestito l'idea di Mario Consumatore Medio. ( Giorni memorabili!)
L’11ª edizione di Radici del Sud, il Salone dei vini meridionali da vitigni autoctoni che si è tenuta a Bari dal 7 al 13 giugno scorso, si è chiusa con un bilancio importante: sono ben 80 i vini premiati su 432 in concorso, prodotti da 183 aziende (23 siciliane, 18 calabresi, 16 lucane, 32 campane e 94 pugliesi).
La giuria, composta da esperti del settore in gran parte esteri e provenienti da tredici Paesi, è stata suddivisa in commissioni formate rispettivamente da giornalisti e buyer. Ciascun vino è stato degustato e valutato, quindi, da due commissioni parallele e questo spiega sia il cospicuo numero dei premi assegnati, sia le diverse scelte (vedi qui tutti i riconoscimenti e la composizione delle giurie).
La commissione “ giornalisti 1” di cui ho fatto parte, si è trovata di fronte a tipologie di vini molto interessanti; alcune rappresentavano una novità rispetto alle edizioni precedenti, come la tipologia spumanti e quella dei vini da varietà autoctone meno conosciute.
Questa esperienza è stata per me una bella occasione per conoscere l’insieme della produzione enologica del Sud: un panorama articolato e sicuramente meritevole di approfondimenti ulteriori.
Al ritorno ho portato con me la sensazione che Radici del Sud ha mi abbia introdotto a una realtà vitivinicola in fermento: ho assaggiato molti vini eleganti e con personalità e ho incontrato produttori con chiare idee in testa: molti di loro sono giovani e preparati.
Qualche considerazione sui vini degustati:
ho trovato molto interessanti gli spumanti, sia bianchi che rosati, in particolare alcuni Metodo Classico da bombino bianco, caprettone, negroamaro, aglianico;
mi è piaciuto molto assaggiare la serie dei Negroamaro, in molti casi ho apprezzato vini eleganti e gustosi ( mi sono toccati però soltanto i rossi e non i rosati);
il Nero di Troia è la mia scoperta di questa edizione: l'ho assaggiato in molte sfumature e molto apprezzato; ho trovato espressioni di grande freschezza e finezza che proprio non mi aspettavo, quindi penso che questa varietà meriterebbe maggiore attenzione;
nella mia commissione è stato piuttosto ristretto il numero dei campioni dei bianchi (monovarietali) ho assaggiato alcune buone espressioni di Falanghina, Catarratto, Grillo;
nella nuova categoria dei vini da varietà autoctone minori ho potuto assaggiare vini particolari, prodotti, ad esempio, con fiano minutolo, grecanico, susumaniello, malvasia nera di Lecce, magliocco canino, greco nero, perricone: il tutto sarà meritevole di ulteriori assaggi e soprattutto di studio; rientravano in questa categoria anche alcuni interessanti vini siciliani prodotti da nerello mascalese e nerello cappuccio; nel complesso, però, la denominazione Etna doc, che gode oggi di grande appeal, era poco rappresentata.
Da Radici del Sud – due giornate piuttosto intense con un centinaio di assaggi alla cieca ciascuna e l'evento finale aperto al pubblico – porto a casa sicuramente un arricchimento professionale unico, ma non solo. Anche se non ho partecipato alle giornate del press tour che hanno preceduto il lavoro delle giurie, ho avuto comunque l’occasione di conoscere colleghi di diversi Paesi e di scambiare opinioni. Ci siamo trovati d’accordo sul fatto che la realtà vitivinicola del Sud è un mosaico affascinante, ma anche molto complesso, che non sempre è facile da comunicare.
Il grande lavoro degli organizzatori di Radici del Sud - che ringrazio- di tutti coloro che ne hanno sostenuto l’impegno, i produttori in primis, contribuisce in modo egregio a far conoscere questo mosaico; non è più il tempo dell’immagine stereotipata dei vini meridionali “ pesanti, alcolici, poco fini”. Insomma, c’è tutta un’altra storia da raccontare.
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