Perché leggere Il vino sincerissimo di Giampiero Pulcini?
/Per coloro che hanno fretta dirò: perché è un libro bellissimo. Punto.
Per chi vuole sapere di più dirò: bello “dentro”, nel contenuto che assomma 24 contributi scritti per la mirabile pagina web Accademia degli Alterati e bello “fuori”, nella veste tipografica che rimanda a vecchi libri, anche di favole. È da leggere perché il linguaggio di Giampiero è limpido, a volte immaginifico, più spesso ancora una sorta di fluido vivificante per l’anima, e non solo per quella di coloro che amano il vino.
Libro memorabile per quella leggerezza che soltanto un’anima poetica sa dare alle parole e non è un caso che l’ultimo capitolo, intitolato La notte, sia poesia pura: “Libri comprati e mai letti sul comodino, occasioni perse. Vino, mano ritratta e poi tesa…”
Questo libro sul comodino ci sta, ma per essere letto e riletto. E ad ogni lettura si scoprono sfumature e significati più profondi.
Io non conosco Giampiero Pulcini di persona, ma direi che se mai ci incontrassimo in compagnia di una bottiglia, sarebbe come ritrovare un caro amico, proprio in virtù della poesia. E gli direi che leggere il capitolo 11, Il piedistallo, è stata una sorta di folgorazione:
“Costruii barriere e gerarchie, senza capire che il vino è una strada e non un muro da dietro cui tirar sassi”… “Posai lo spray quando realizzai che era ridicolo riempirsi la bocca di luoghi della memoria mentre dimenticavo i compleanni delle persone più care”.
Un libro bello, insomma, perché toglie il vino dal piedistallo.
Il libro si può acquistare direttamente alla pagina dedicata: Il vino sincerissimo