Piacenza numero 7 - La F.I.V.I. del futuro

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Di anno in anno il Mercato dei Vini dei vignaioli associati alla F.I.V.I vede aumentare sia il numero degli espositori che dei visitatori. 15.000 presenze hanno affollato le corsie della Fiera di Piacenza ( 6.000 in più rispetto allo scorso anno) il 25 e il 26 novembre scorsi, per incontrare 501 vignaioli  provenienti da tutte le regioni d'Italia (circa la metà dei 1.100 iscritti). 

Come di consueto (i 7 bicchieri marchiati FIVI nella mia vetrina testimoniano che ho partecipato a tutte le edizioni) è stata una bella occasione per scoprire alcune novità, riassaggiare etichette già note e fare qualche acquisto. 

Per la prima volta, comunque, nel primo pomeriggio di sabato gli spazi mi sono parsi decisamente sovraffollati, con rischi di scontri tra carrelli e difficoltà a muoversi. Dalla prossima edizione qualcosa bisognerà pur fare per allargare lo spazio disponibile per espositori e visitatori. Portare all'esterno tutte le postazioni del food potrebbe essere un'idea ( togliendo di mezzo anche il problema degli odori del cibo, piuttosto invadenti).

Ecco, sono felice per la FIVI. Sicuramente ha ragione la Presidente Matilde Poggi nel dichiarare: “Siamo convinti che il successo crescente del Mercato sia la diretta conseguenza della credibilità che ci stiamo guadagnando a livello istituzionale, in Italia come in Europa. Abbiamo le scarpe grosse e il cervello FIVI, le mani nella terra e la testa rivolta a una causa comune”. Sono tante le "battaglie"  per i quali la FIVI si spende con convinzione: dall’etichetta nutrizionale, giudicata un inutile aggravio, alla regolamentazione dell’Enoturismo, di cui FIVI come componente della CEVI(Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti) sta discutendo con le istituzioni europee, alla sburocratizzazione del settore vitivinicolo.

Credo però che sia giunto il momento per la FIVI di stabilire regole più precise per l'entrata delle aziende nella propria compagine associativa. Mi si dice (  però in modo informale) che nell'assemblea tenutasi nella mattinata del 26 novembre si sono discussi alcuni elementi di un regolamento che servirebbe proprio a questo, prevedendo tra l'altro anche di abbassare la percentuale d'acquisto delle uve, un punto considerato sempre molto critico nel delineare la fisionomia del vignaiolo che "coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”. Attendiamo con fiducia di conoscere le novità presenti in questo regolamento.

Lo voglio scrivere a chiare lettere: l'impressione che ho avuto quest'anno - pur con la lodevole iniziativa del premio "Vignaioli dell'anno", assegnato a Germana Forlini e Alberto Cappellini eroici vignaioli delle Cinque Terre, e pur con le belle degustazioni (splendida quella della Vernaccia di San Giminiano di Montenidoli) è che la dimensione " mercantile" - passatemi il termine che non vuole essere assolutamente dispregiativo - rischi di prendere il sopravvento sulla condivisione dei contenuti di valore e di sostanza, nei confronti dei tanti estimatori: consumatori, winelovers, e non ultimi gli esperti di settore. 

Nella fotografia che accompagna questo post ho volutamente accostato l'immagine del Mercato all'apertura dell'ultima edizione, con quella della tavola rotonda che ha aperto l'edizione del 2012,   “Il vignaiolo artefice del suo futuro”. Nelle prime tre edizioni il Mercato era aperto da un momento di condivisione, accessibile a tutti, sui temi caldi che la FIVI stava affrontando: non ultimo quello del profilo e del ruolo del vignaiolo.

A partire dal 2014 questo momento di apertura è stato sostituito dall'assemblea dei soci  e persino l''attribuzione del premio Vignaiolo dell'Anno è divenuto un evento chiuso. Sicuramente ci sono ragioni di opportunità nel sovrapporre al Mercato l'assemblea generale dei soci, ma siamo sicuri che perdere un momento di confronto con chi è interessato ai temi e ai contenuti cari alla FIVI, e al suo lavoro, che si fa, come recita lo slogan di quest'anno, con " scarpe grosse e cervello FIVI" sia una buona cosa? 

Voglio  anche sperare che uno dei temi che la FIVI affronterà (anzi, spero che lo abbia affrontato già nel regolamento di cui s'è detto) sia il contrasto tra lo statuto nazionale e quello della sezione soavese. Sappiamo bene qual è il problema. Quattordici aziende del Soave non vedono accolta la loro richiesta di entrare nella FIVI, perché aderenti al Consorzio di Tutela. Si decida e si dica, dunque,  una buona volta, se vale lo statuto nazionale o se l'essere soci di un Consorzio sia  da considerarsi un giusto motivo di discriminazione a livello locale.

Detto ciò,, arrivederci al prossimo anno (e bravi, quest'anno, a fornire un po' prima la piantina delle postazioni). Fare un minimo di programma è salutare per non perdere troppo tempo. La dislocazione dei banchi a caso non viene assolutamente intaccata dalle previsioni dei programmi. Tra un punto e l'altro "in programma", si va comunque a random, ed è questo il bello.