Vinifera 2019 - tra rifermentati in bottiglia e vini da varietà resistenti

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Per la prima volta  sono stata a  Vinifera - il Salone dei Vini Artigianali dell’Arco Alpino (seconda edizione) che si è svolta a Trento Fiere il 23 e il 24 marzo scorso . Organizzazione giovane  e assai meritevole  e buono il livello generale dell’evento  (perdoniamo perciò i tempi dilatattissimi del servizio al seminario sui rifermentati in bottiglia). 

Una settantina le  aziende presenti,  provenienti in gran parte dal Trentino e dall’Alto Adige, con a seguire, Veneto, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Gulia, Liguria, Slovenia, Austria, Francia, Valle d’Aosta.

In evidenza  tra i banchetti dei produttori le due tendenze oggi sulla cresta dell’onda : la produzione (inarrestabile) dei vini a rifermentazione in bottiglia e la crescita d’interesse (per il momento più  tra i produttori che tra I consumatori)  per I vini da varietà resistenti (Piwi)

Molto interessante l'incontro  Potenzialità e limiti dei vitigni resistenti che ha fatto il punto della situazione: sono 20 le varietà attualmente iscritte al Registo nazionale   e la ricerca continua sia su nuove selezioni ed incroci, sia sulle prospettive della cisgenetica e genome editing. Erano una decina le aziende che hanno presentato vini da varietà come solaris, bronner, johanniter, souvigner gris, regent  e altre.

Da segnalare l’ampia  gamma prodotta da Thomas Niedermayr di Appiano (spettacolare il  suo souvigner gris), lo Spumante da solaris di Filanda de Boron di Tione (Tn), il Metodo Classico da johanniter di El Zeremia di Revò, l'Aromatta (cuvèe di diverse varietà ) di Villa Persani di Lavis.

L'altra tendenza - quella dei rifermentati in bottiglia sui lieviti - ha avuto il suo clou nell'ottima degustazione - seminario condotta da Gianpaolo Giacobbo. “Il vino rifermentato in bottiglia - ha raccontato - storicamnete nasce da un errore, quando l'enologia era agli albori e il vino messo in bottiglia, mantenendo un po' di zuccheri residui, riipartiva con la seconda fermentazione, sentendo i primi caldi primaverili, e così diventava mosso.”

Questa ricerca del "vino che fu" ha contagiato un po' tutti I territori, aggiungo io, e il fenomeno va osservato benevolmente, ma con tutte le cautele del caso. Non è detto che tutte varietà si prestino a dare un buon prodotto che oltre, alla rifermentazione, presenta lieviti in sospensione. Per qualcuno pare un eserciio stilistico, quando non addirittura un tentativo di cavalcare un fenomeno di moda Se si andrà oltre la moda, scremando il grano dal loglio, lo si vedrà in futuro.

Tra I vini assaggiati mi sono assai piaciuti questi:

Malga Ribelle -   VItale Valdobbiadene Docg frizzante col fondo 2017 Farra di Soligo (Tv): fiori, pepe bianco, crosta di pane, cremoso e sapido. Bravo Vitale Girardi. Questo frizzante da glera è stato il vino preferito dal pubblico che lo ha premiato.

Francesco Poli - Belle Schiava Sui lieviti 2017. Santa Massenza di Vezzano (Tn). Sottie e sapido, con frutti rossi in evidenza e nota speziata. Piacevolissimo e molto gastronomico..

La Chimera - Eos frizzante. 2018 Chiomonte (To) Di un corallo brillante, succo di marasca, spiccata acidità . Un rifermentato con molta personalità, dalla varieta avanà. Quest'azienda è stata la scoperta assoluta a Vinifera, con una gamma di vini davvero intrigante, in particolare i rossi, da avanà, appunto, e poi  da vari blend  ottenuti con becuet (di cui ignoravo l'esistenza), barbera e dolcetto.

È il caso di dire: Vinifera, buona la prima (per me)!