Il Catalogo Proposta Vini 2020: incontri, scoperte e una lettura

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È stato affollatissimo l’annuale appuntamento con la presentazione del Catalogo di Proposta Vini che si è svolto il 19 e 20 gennaio presso l’Hotel Parchi del Garda di Lazise. Un successo che conferma l’importanza di questa realtà che è stata ideata da Gianpaolo Girardi circa un trentennio fa e si è andata sempre più affermando nel panorama della distribuzione italiana per competenza, passione e originalità della visione aziendale.

Qualità, territorialità, attenzione alla storia e al “fattore umano” delle produzioni sono le coordinate che continuano a guidare Gianpaolo e il suo affiatato team nella scelta di vini, birre, distillati e oli. 

Proposta Vini ha in catalogo più di 300 aziende (aumentate quest’anno di una circa una trentina), opera con 30 dipendenti e con 110 agenti sul territorio nazionale.

Alla base del solido successo c’è anche la costante ricerca di autentiche rarità enologiche e il recupero di luoghi e vitigni storici, attività che si concretizza in progetti ben definiti: i Vini Estremi, Vini dell’Angelo, Bollicine da Uve Italiane, Vini delle isole minori.

Quest’anno, all’interno della manifestazione che ha visto la partecipazione di oltre 100 aziende, ha debuttato ufficialmente il progetto dei Vini Vulcanici; con piacere ho notato la presenze venete in catalogo, nei Lessini Le Battistelle di Brognoligo di Monteforte d’Alpone, Giovanni Menti, Virgilio Vignato( Gambellara) e le ottime new entry  Cortenera (Gambellara) e, nel territorio euganeo, Quota 101 (Torreglia). Nel gruppo, che conta oltre una trentina di aziende sparse nei territori italiani caratterizzati da differenti suoli vulcanici, ho scoperto quest’anno l’Azienda I Borboni di Lisciano (Caserta) che produce l’Asprinio di Aversa in più versioni, tutte molto espressive

Tra le novità in catalogo mi hanno particolarmente colpito i vini di Philippe Grisard (Savoia): interpretazioni saporite e molto fresche di vitigni del territorio come  jacquère, altesse, roussane, mondeuse noire e persan noir. New entry anche il Domaine Achard- Vincent con le piccole perle della regione della Drome: il Cremant de Die e  il Clarette de Die Tradition, che da tempo non mi capitava di incontrare.

Tra gli assaggi che in ogni edizione si riescono a fare (sempre pochi rispetto al grande numero di bottiglie presenti), si “portano a casa” sempre belle scoperte, benché siano già da tempo in catalogo.

Ho apprezzato quest’anno i Metodo Classico Pinot Nero Oltrepò Pavese di Calatroni, in particolare il Rosé Norema 90 mesi e a seguire il Metodo Classico Brut da nerello mascalese e l’Etna Rosso 2016 di Murgo. 

Una nota speciale va all’azienda piemontese Pinsoglio di Canale (Cn), per il Progetto Hope,legato al Roero Arneis (2018) che porta lo stesso nome ed è buonissimo: parte del ricavato della vendita sosterrà le attività del Centro d’ascolto Roero Rosa. 

Tanti gli incontri e gli assaggi con riconferme tra i produttori amici. Eccone alcuni: i Lugana di Cà Lojera, i Custoza e i Bardolino di Giovanna Tantini e Silvio Piona, i Derthona di Walter Massa, le espressioni del fortana dalle “sabbie” ferraresi di Mirco Mariotti, la Malvasia e la Ribolla di Damian Podversic.

Finale del tutto inaspettato e piacevole con i cocktail a base di liquori e distillati presenti in catalogo.

Last but non least: è sempre un piacere leggere la presentazione, o meglio, l’editoriale che Gianpaolo Girardi scrive ogni anno sulla prima pagina.

Nell’edizione 2020 scrive di E-vocazione, partendo da una citazione di Kuki Shuzo (La struttura dell’io, Adelhi, 1992) “Nel gusto è implicita la sensazione tattile della lingua. E la sensazione tattile tocca la corda dell’anima ed è un moto ineffabile”.  E bello pensare che – scrive Gianpaolo - anche il vino, come la musica, possa toccare le corde dell'anima”. Chapeau.