Mercato dei Vignaioli numero nove: una grande FIVI
/626 vignaioli e 22.500 visitatori sono le cifre della nona edizione del Mercato dei vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI. Un successo costantemente in crescita e confermato quest’anno anche dal notevole afflusso nella giornata del lunedì, una novità positiva.
La foto che accompagna questo post l’ha scattata Gianpaolo Giacobbo che, come me, ha scelto quest’anno di partecipare al Mercato della FIVI il lunedì. Ottima scelta direi: si è potuto girare bene anche con il carrello, che nei momenti di ressa rischia di essere un’ arma offensiva, e degustare in tranquillità.
E 4.500 visitatori sono un bel numero per una giornata feriale di inizio settimana.
Comme d’habitude il Mercato è un’occasione unica per incontrare amici e fare belle scoperte; eccone alcune:
Saccomani, giovani produttori di Diolo di Lugagnano Val d’Arda sui Colli Piacentini, che producono organic wines da varietà territoriali ( ortrugo, malvasia di candia, barbera, croatina) . Mi è piaciuto particolarmente il Marieluise , un vino frizzante, sapido e dalla beva divertente, a base di marsanne.
Andrea Faccio di Villa Giada: al suo banco ho assaggiato un ottimo e fragrante Moscato d’Asti dop Canelli e ho scoperto l’esistenza di una vecchia varietà piemontese detta “gamba di pernice” che dà un vino rosso delicatamente rustico e pepato.
Purtroppo il tempo tiranno mi ha permesso di fermarmi e salutare pochi amici produttori (ormai una sola giornata, non è più sufficiente per visitare un po’ con calma il mercato) e se, come sembra, i Vignaioli sono pronti a raddoppiare lo spazio dedicato con due padiglioni, sarà una necessità andare a Piacenza almeno per due giorni.
Il saluto a Michele Antonio Fino di Cascina Melognis mi ha permesso di scoprire il Comitis, un delizioso vino bianco a bassa gradazione, prodotto da antiche varietà, che è anche la base di una prova d’artista: un Vermouth artigianale prodotto con scorze di agrumi, erbe e fiori alpini, armelline di ramasin e spezie. Una sorta di “cordiale” che definire speciale è poco. Peccato poterlo solo assaggiare (non sarà in commercio).
Per finire due conferme notevoli:
il Metodo Classico Rosé Note d’Agosto di Alessio Brandolini San Damiano al Colle (PV), il Carcajrun ( gamay) e il Valsusa doc Azazel (avanà, barbera e dolcetto) di La Chimera di Chiomonte (Torino). Per l’avanà in purezza, ahimè, dovrò aspettare la nuova annata.
Un grazie e un arrivederci al prossimo anno!
FIVI - Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un'associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del Vignaiolo di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: "Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta".
Attualmente sono circa 1300 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 13.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. Quasi 95 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,8 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 330 milioni di euro. I 13.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico e per il 49 % secondo i principi della lotta integrata.