I 100 anni dell'Azienda Fasoli Gino: un vino celebrativo, sostenibilità e tutela del territorio
/Grande festa a Colognola ai Colli, domenica 14 settembre, presso l’azienda Fasoli Gino che ha celebrato i 100 di vita. I Fasoli sono stati dei veri e propri pionieri della coltivazione biologica e con una costante attenzione alla sostenibilità in vigna e in cantina, hanno delineato uno stile inconfondibile sia nei vini bianchi legati al territorio del Soave, sia nei vini rossi frutto dei vigneti posti nella Valpolicella Orientale. Ora sono circa 100 gli ettari vitati suddivisi tra le principali aree viticole del veronese.
Un augurio d cuore per ul futuro dell’azienda che proseguirà nei suoi progetti con la coerenza che l’ha sempre contraddistinta, nel rispetto della terra e delle persone.
Dal comunicato stampa:
Verona, 16 settembre 2025 – Un secolo storia e cento di vendemmie fra i filari della Val d’Illasi. La cantina Fasoli Gino festeggia il centenario della sua attività, un traguardo che intreccia tradizione familiare, innovazione e una scelta pionieristica: quella del biologico, intrapresa già negli anni Ottanta, quando ancora pochi ne intuivano la portata. Oggi l’azienda guarda al futuro con un obiettivo ambizioso: raggiungere entro due anni la piena autonomia energetica grazie a pannelli fotovoltaici, al recupero del calore dei macchinari per il riscaldamento degli uffici e al riutilizzo dell’acqua piovana. Un viaggio che parte dalla prima fattura di vendita al parroco del paese, datata 1925, quando Amadio Fasoli consegnava personalmente le damigiane alle osterie locali. La svolta nacque da un fatto personale: Gino, figlio del fondatore Amadio, soffriva di un’allergia agli agenti chimici. Da quella necessità prese avvio un percorso che ha segnato profondamente l’identità aziendale. Dal 1986 ad oggi, con Natalino e suo figlio Matteo alla guida, la cantina compie la scelta definitiva del biologico, recuperando saperi contadini e introducendo pratiche biodinamiche.
Oggi la produzione si attesta attorno alle 600mila bottiglie l’anno, tutte certificate biologiche e vegane, a conferma di un impegno che coniuga qualità, sostenibilità e visione internazionale, raggiungendo 32 mercati internazionali, dalla Svizzera al Giappone, dalla Germania al Canada fino agli Stati Uniti. La vendemmia che segna il centenario della cantina Fasoli Gino non poteva presentarsi in condizioni migliori. «L’annata è stata regolare – racconta Natalino Fasoli – con piogge e caldo ben distribuiti: la vigna ha retto i picchi di calore estivi e oggi ci regala uve sane e di grande qualità». La raccolta è già iniziata con Pinot grigio e Garganega per la base spumante, seguiti dallo Chardonnay. Alla terza settimana di settembre toccherà invece a Corvina, Corvinone e Rondinella, destinate all’appassimento per l’Amarone. «Le uve di quest’anno – sottolinea Fasoli – si presentano in modo eccellente».
Per celebrare i 100 anni, la cantina Fasoli Gino ha creato un nuovo vino Rosso speciale, un «best of» della propria produzione. «Il vino dei cent'anni non è che la summa di tutti i nostri rossi a mono vitigno», spiegano Natalino e Matteo Fasoli. Le viti affondano le radici in suoli argillosi, calcarei e sassosi, coltivate secondo i metodi della pergola corta veronese e del Guyot. Ogni varietà affina separatamente in botti di rovere per un lungo periodo, tra i 36 e i 48 mesi, per poi unirsi in un equilibrio armonico di forza e profondità.
Tra le novità presentate spicca anche un progetto dal forte valore simbolico e ambientale: la messa a dimora di 100 alberi nei vigneti, per rendere più verde la valle e rafforzare la biodiversità. Gli alberi – tra olivi, querce, faggi, mandorli, nespoli, noci e altre specie – potranno essere adottati e ciascuno avrà una targhetta personalizzata con il nome del sostenitore, che potrà visitarlo durante una giornata speciale in vigna. «L’obiettivo – spiega Natalino Fasoli – è creare insieme e custodire la biodiversità, piantando nuovi alberi ma anche lasciando crescere quelli che nascono spontaneamente tra i filari, come gelsi e robinie, senza l’intervento dell’uomo. La nostra filosofia ecologica vuole diventare una realtà concreta a beneficio di tutti. Le piante convivranno con la vigna, diventeranno grandi, offriranno ombra e tutela per la biodiversità. È anche un modo per dare maggiore valore al nostro territorio».
In occasione del centenario, la Cantina Fasoli Gino ha organizzato domenica 14 settembre una giornata dedicata a far conoscere le proprie realtà e a degustare i suoi vini iconici. Nel pomeriggio, è stata organizzata, al Palazzetto dello Sport di Colognola ai Colli, una tavola rotonda dal titolo «Fasoli Gino, Cent’anni di agricoltura: passato, presente e futuro. Una terra da salvare» per un confronto e una riflessione sui temi della sostenibilità, dei cambiamenti climatici, del valore della tecnologia e delle politiche che possono sostenere chi lavora la terra. Natalino e Matteo Fasoli hanno raccontato i loro «Cent’anni di vino, radici nel passato e visione per il futuro». A seguire, gli interventi di Federica Cantatori, responsabile degli affari ambientali di Airbus Defence and Space, sui servizi all’agricoltura basati su immagini satellitari, Paolo Ruggieri dell’Università di Bologna. sui servizi e piattaforme di monitoraggio dei dati climaticI. A seguire il prof. Davide Gaeta, dell’Università di Verona è intervenuto sui limiti delle politiche europee in ambito agroalimentare. Il dott. Emanuele Fontana di Crédit Agricole ha affrontato il tema del «Credito in agricoltura: modelli e soluzioni». legato al tema della sostenibilità. In merito alla meccanizzazione sostenibile. il dott. Antonio Maria Ciri di Italian Tractor ha portato l’esempio del primo trattore alimentato a biometano, che consente alle aziende agricole di produrre in autonomia il proprio combustibile, utilizzando i loro stessi scarti, compresi i reflui zootecnici». Il senatore Luca De Carlo, presidente della 9ª Commissione del Senato (Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare), ha richiamato l’attenzione sul ruolo strategico dell’agricoltura e sui temi della qualità e della sicurezza alimenttare. Il dott. Salvatore Carfì di AGEA ha illustrato le potenzialità future dello schedario grafico nel settore vitivinicolo, uno strumento informativo e cartografico che, su base regionale, registra le superfici vitate di un’azienda collegandole a dati catastali e caratteristiche agronomiche. Sul tema «Ruolo delle bioenergie in agricoltura: bioenergia, biogas, digestato» è intervenuto l’ing. Stefano Svegliado di FemoGas Spa. «Il biometano – ha spiegato – è un’energia rinnovabile che non intacca le risorse esauribili». e punta su una produzione etica, ricavando biometano da matrici agricole: reflui zootecnici, sia bovini che avicoli, e scarti agroalimentari, come la sansa delle olive.
Sostenibilità
Il percorso di sostenibilità dell'azienda, avviato nel 1986 tra antiche conoscenze contadine e approcci che aumentano la vitalità delle piante sanando l’equilibrio perso con le coltivazioni intensive, è diventato una bussola rispetto a quelle «abitudini consumistiche che insegnano soltanto a prendere, utilizzare e abbandonare». La Cantina Fasoli Gino ha fissato un obiettivo per cui «entro un paio d'anni saremo autonomi nell'autoproduzione dell'energia». All'impianto fotovoltaico della potenza di 99 kW già installato seguiranno ulteriori investimenti per arrivare a 200 Kw totali. Inoltre, sarà avviato un processo di recupero del calore, quello prodotto dai macchinari d'imbottigliamento e produzione, che in ottica circolare andrà ad alimentare il riscaldamento degli uffici e la produzione di acqua calda di lavaggio. Già oggi, poi, l'azienda recupera fra i tre e quattro mila metri cubi d'acqua piovana, il cui 80% è riutilizzato per l'irrigazione e altri consumi, vedi il lavaggio delle bottiglie. «Un'altra implementazione della sostenibilità deriverà dai nuovi macchinari futuristici che introdurremo in azienda e che saranno gestiti da una centralina per avere un consumo controllato, ad esempio riducendo proprio il quantitativo d'acqua necessario». Ma nell'agenda figurano anche scelte come l'estensione dell'uso del vetro leggero per il packaging, dove si utilizza già carta 100% riciclata, e valutazioni come l’eliminazione delle capsule dai prodotti che lo consentono. Lo scenario è quello di «un'etica presente su tutta la filiera», dicono Natalino e Matteo Fasoli.
Bilancio di sostenibilità
La Cantina Fasoli Gino è giunta alla seconda edizione del Bilancio di sostenibilità. Nel documento si evidenzia l’impegno pionieristico di Fasoli Gino nel settore vitivinicolo sostenibile, con particolare attenzione alla certificazione Equalitas, che valuta aspetti ambientali, sociali ed economici.
Profilo aziendale
La Cantina Fasoli Gino è un'impresa fondata agli inizi del '900 a Colognola ai Colli, Verona. Il via ufficiale si fa risalire al 1925 ma l'attività agricola di famiglia si svolgeva già da almeno quattro anni prima. In principio fu Amadio Fasoli, poi la seconda generazione con Gino Fasoli e la terza, quella delle prime bottiglie etichettate sul mercato, con Amadio e Natalino, quest'ultimo che oggi guida l'azienda insieme a Matteo, simbolo della quarta generazione. I vini Fasoli Gino sono presenti in 91 Paesi e tra i principali mercati compaiono Svizzera, Germania, Romania, Norvegia, Svezia, Finlandia, Danimarca, Olanda, Uk, ma anche Irlanda, Francia, Cina, Giappone, Vietnam, Indonesia, Thailandia, Brasile, Australia, Usa e Canada.
Dal 1986 l'azienda produce vino biologico e dal 2006 ha abbracciato anche il sistema biodinamico. Le bottiglie prodotte nel 2023 sono state oltre 580mila. Si va dai classici rossi veronesi, come Amarone, Ripasso o Bardolino Doc, per arrivare a Chiaretto, Soave Doc e Spumante. Parliamo di vini di gamma con Indicazione Geografica Tipica (IGT), Denominazione di Origine Controllata (DOC) e Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) e BIO. Nel carnet ci sono anche Grappe e olio d’oliva. Tutti gli indicatori di sostenibilità ambientale attestano la qualità del lavoro sulle varie superfici. I terreni si trovano a Tregnago, Illasi, Colognola ai Colli, Minerbe, Sona, Castelnuovo del Garda e Lazise, questi ultimi tre nella zona gardesana.
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