Il Vino capovolto - Incontro con Sandro Sangiorgi

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Grazie ai fratelli Castagnedi di Tenuta Sant’ Antonio l’altro giorno s’è trascorso un po’ di tempo in compagnia di Sandro Sangiorgi e del suo ultimo libro “ Il vino capovolto”.

Racconta del vino ma anche di sé, Sandro, e come accade ogni volta che lo incontri, fa oscillare le tue certezze, ti spinge sempre un po’ più avanti rispetto al tuo modo di vedere e di sentire il vino e il suo mondo.

Il vino capovolto non è un libro facile, ma leggendo gli scritti di Jacky Rigaux e dello stesso Sangiorgi, ti inoltri in un diverso modo di intendere la degustazione. È un libro che ha una tale stratificazione di contenuti e significati che sei portato a leggere e rileggere e a chiederti a che punto stai tu rispetto al vino. E se, ad esempio, anche per te non sia venuto il momento di mettere un po’ da parte l’olfatto per porre in primo piano il gusto e la parte tattile del vino. E questa è solo una delle tante domande che sei spinto a porti mentre lo leggi.

Non solo. Nel raccontare di sé, Sandro ha ripercorso gli anni dei suoi inizi, in cui si è descritto come letteralmente “divorato dalla passione per il vino” . Un’interesse pervasivo, quasi ossessivo. “Ad un certo punto la passione - ha detto - si è trasformata in amore”. Chissà se sono già lì, all’amore, mi chiedo, dopo quasi vent’anni di passione piuttosto pervasiva.

Grazie Sandro e grazie a Tiziano Castagnedi per l’invito.

“ Il vino non sa di essere colore, odore e sapore. Bisogna perdere una parte di se stessi se lo si vuole incontrare e sentire. Lui si presenta a noi nudo, privo di aspettative, neanche quella di poter essere assaggiato da una persona sensibile. Si tratta di un vero e proprio incontro amoroso, non importa quanto potrà durare. Bastano pochi secondi, a volte per capire se vogliamo dedicarci a ciò che il bicchiere contiene”.

Perché ci sia amore, bisogna essere alla pari con il vino, spogliarci da pregiudizi, suggestioni, aspettative, scrive Sandro. Roba difficile, insomma.