San Lorenzo 1997 - Fattoria San Lorenzo

Avete presente Miles, uno dei protagonisti del film cult Sideways, nella scena in cui beve con soddisfazione in un fast food un Cheval Blanc del Sessantuno?

Vabbè, non verso il San Lorenzo Novantasette di Natalino Crognaletti in un bicchiere di carta ma l'esperienza è più o meno quella: aprire un grande vino - diciamo non esattamente cheap - in un giorno feriale, mentre pranzo da sola, a casa. Aprirlo perché mi va e per  il gusto di scoprire com'è questo verdicchio a diciotto anni dalla vendemmia,  e imbottigliato dopo 110 mesi di affinamento in  contenitori di acciaio e cemento. 

Lo comprai con Mario, il fido consumatore medio, nel 2009 o 2010, non ricordo. 

Ci presentammo a sorpresa a Fattoria San Lorenzo di Montecarotto (An) e mi colpì, Natalino - mai visto prima . Un vignaiolo dalle mani scure di terra, dallo sguardo schietto. 

Lui, quasi schivo, lasciava parlare i suoi vini prima di tutto.  Ci mostrò le vigne di verdicchio, allevate senza irrigazione,  sotto il sole estivo che picchiava forte,  e lui le difendeva con  pacciamature accurate attorno al piede. 

Ricordo d'aver provato la sensazione che in seguito avrei risentito molto meno di quanto pensassi: i suoi vini fotografavano esattamente quelle vigne, quell'uva curata dalle sue mani con una pazienza estrema.

Non sono particolarmente depressa quest'oggi (come lo era Paul Giamatti in Sideways);, non ho nemmeno particolarii  motivi per festeggiare. 

Prendi l'attimo è il mio motto oraziano, quindi vada per aprire il San Lorenzo, qui e ora.

Nell'integrità assoluta, spara effluvi di ginestra, susina matura, timo, basilico. Indenne a un tempo lungo che assomiglia al percorso umano per raggiungere la maggiore età, si distende lungo il palato con una freschezza spiazzante. 

Il verdicchio qui canta una canzone solare, festosa; pieno e sapido, mostra come in controluce gli esiti terziari di un miele d'acacia, e idrocarburo.

Domina il frutto, integro e ammaliante.

Il calore dell'alcol non lo senti, va giù che è un bijou, accanto a un risotto all'onda con zucca al forno, porcini, robiola e curcuma. Un duetto impeccabile.

Ma i 14 gradi ci sono e a un certo punto devi smettere. Lo  ritappi e ti dici che vorrai scoprire domani, quali altre cose ti racconterà questo vino, grandioso eppure semplice, come Natalino.