Il Chiaretto che verrà: segnali di una compiuta Rosé Revolution
/Correva l’anno 2014 e, a novembre, un piccolo gruppo di “ penne enoiche” fu invitato dal Consorzio del Bardolino ad assaggiare in anteprima il Chiaretto di quella difficilissima annata: erano campioni da vasche provenienti da varie realtà produttive e quella fu l’occasione per avere un primo saggio della Rosè Revolution del Chiaretto gardesano.
“Il restyling del Chiaretto era da tempo nei progetti consortil“- raccontò allora il direttore Angelo Peretti - e quell’annata fredda e complicata diede la spinta per iniziare a modificarne i tratti, rendendoli aderenti a un Rosè più dal profilo nordico che mediterraneo, con profumi sottili, agrumati e un colore molto chiaro.
A distanza di quattro anni, il Consorzio, nell’ambito dei festeggiamenti per il cinquantesimo della denominazione, ha voluto ripetere quell’esperienza aprendola anche al pubblico, in una sorta di “Anteprima dell’Anteprima” (che si svolgerà come di consueto a marzo del prossino anno).
Ben 45 sono state le aziende che lunedì 10 dicembre hanno partecipato all’evento “Il Chiaretto che verrà” presso la Loggia Rambaldi di Bardolino, presentando i Chiaretto dell’ annata 2018, in gran parte prelevati da vasca e in qualche caso imbottigliati da pochissimi giorni. In assaggio anche alcuni Chiaretto dell’annata 2017 (pochi, poiché le gelate primaverili hanno drasticamente ridotto la produzione di quell’annata).
L’assaggio di tutti i campioni 2018 presentati ha confermato che la “Rivoluzione Rosé” è ormai compiuta: si sono visti in maggioranza colori tenui, nel range di quella palette che già nel 2014 ci fu consegnata e il profilo gusto-olfattivo, pur con tutte le cautele che occorrono in caso di assaggi da vasca, hanno evidenziato belle note agrumate di pompelmo rosa, di pesca, in qualche caso delicatamente floreali e, al palato, una trama piena e nitida nel frutto, con buona sapidità e freschezza.
L’annata 2018, benché partita in ritardo e piuttosto piovosa, è infatti stata generosa e i Chiaretto (che riassaggeremo a marzo) daranno soddisfazione sia nella beva estiva a breve termine, sia più in là nel tempo.
L’assaggio dell’annata 2017 ci ha dato conferma di come la corvina – varietà principale nella produzione del Chiaretto - inizi a esprmere le sue note speziate e pienamente fruttate dopo almeno un anno di sosta in bottiglia.
Per il Chiaretto che verrà si attende ora l’ultimo atto della “rivoluzione rosa”, l’approvazione della modifica al disciplinare che verrà sdoppiato ( uno per il Chiaretto e uno per il Bardolino).
Avremo dunque un Chiaretto non più prodotto da salasso ma con uve dedicate e scelte di volta in volta dalle aziende come più idonee alla produzione. Potrà essere utilizzata la corvina fino al 95%, con almeno un 5% di rondinella. Verrà mantenuta la tipologia spumante che rappresenta una nicchia produttiva di circa 500 – 600 mila bottiglie.
Tra le novità inserite del disciplinare vi sarà la tipologia del Chiaretto frizzante, anche con rifermentazione sui lieviti.
Il Chiaretto del Garda strizza l’occhio alla Francia? Sì,ma in piena autonomia, come ha dimostrato l’interessante degustazione “Chiaretto Vs Rosè” che si è svolta all’iterno della manifestazione. Tre Bardolino Chiaretto 2017 hanno tenuto testa a sei Rosè di pari annata provenienti da diverse zone della Francia (Provenza, Roussillon, Languedoc, Rodano, Corsica). Siamo certi che in futuro il Chiaretto ci riserverà molte sorprese, con prodotti che esalteranno sia la freschezza della beva, sia una longevità dal particolare carattere (il finale leggermente tannico e austero della corvina è un punto distintivo di grande fascino).
I soci del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino sono 1029 (795 viticoltori, 120 vinificatori e 114 imbottigliatori). Sui 2576 ettari della doc, circa 1000 sono destinati alla produzione di Chiaretto. Nel 2017 il Chiaretto ha raggiunto la quota di 9,5 milioni di bottiglie prodotte, con un incremento del + 12% rispetto al 2016