Classici senza tempo: la sfida di Gianni Tessari

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Qualche sera fa, presso l’Hosteria del Durelllo di Montecchia di Crosara si è avuta una bella occasione di confronto e di riflessione sulle potenzialità  del Durello Metodo Classico,  lo spumante identitario per eccellenza del territorio della Lessinia. 

L’invito è venuto  dal produttore Gianni Tessari che ha proposto alla cieca otto spumanti  Metodo Classico di diverse annate, ordinati esclusivamente per data di sboccatura, partendo dalla più recente. 

A guidare il dibattito Nicola Frasson del Gambero Rosso.

La sequenza:

Cavalleri – Franciacorta Blanc de Blancs Brut S.A.

Giannitessari – Lessini Durello 36 mesi Brut 2014

Heymann-Löwenstein – Blanc de Noirs Brut 2011

Giannitessari – Lessini Durello 60 mesi Extra Brut 2010

Giannitessari – Lessini Durello 120 mesi Extra Brut 2008

Ferrari – Trentodoc Riserva del Fondatore Giulio Ferrari Extra Brut 2007

Giannitessari – Lessini Durello 120 mesi Extra Brut 2006 Magnum

Bruno Paillard – Champagne Blanc de Blancs Extra Brut 2006

Si è trattato di un bel gioco, alla ricerca delle note identitarie della durella che, con la sua vibrante acidità, ben si presta alla spumantizzazione con sosta sui lieviti.

E posso dire che il gioco è riuscito: inconfondibile molto godibile il Lessini Durello 60 mesi dalla tessitura piena, fresco, con note quasi saline.

Ha tratto un po’ in inganno il Lessini Durello 36 mesi, dal’ acidità contenuta e dall’ evidente morbidezza che - ha spiegato Gianni Tessari - è voluta, essendo il prodotto d’ingresso della gamma.

Complesso e con belle note di evoluzione il 120 mesi che può dare ancora molto nel tempo, in particolare il  millesimo 2008.

Una bella sfida con la fresca eleganza del Franciacorta Cavalleri,  gli impeccabili Riserva Giulio Ferrari e Champagne Blanc de Blanc Paillard ed anche  con l’inaspettato Heymann-Löwenstein che è stato veramente difficile localizzare geograficamente.

Si è avuta ancora una volta la conferma che il Durello si batte bene ed ha indubbiamente tutte le carte da giocare nella spumantistica italiana. Quella del Metodo Classico, ça va sans dire, poiché prodotto a un’ uva unica e autoctona, vocata alla spumantizzazione e capace di raggiungere la complessità e la longevità che solo questo metodo può dare.

C’è ancora molto da fare ma è indubbio che il Metodo Classico da durella in purezza potrebbe ulteriormente crescere e farsi strada con la sua inconfondibile territorialità.

I dati forniti ultimamente dal Consorzio registrano nel 2018 una crescita del 64% dell’imbottigliato per il Metodo Classico, ma se si contano i Lessini Durello Riserva ( attualmente così si chiama il Metodo Classico), sono 100.000, pari cioè a soltanto un decimo del milione di bottiglie che raggiunge la produzione complessiva .

Il resto è Lessini Durello prodotto con il metodo charmat, o per meglio dire, con il Metodo Italiano.

Ci auguriamo che quella piccola cifra che riguarda il Metodo Classico aumenti ancora, puntando almeno a triplicare.

In questo modo anche l’imbottigliato etichettato raggiungerebbe almeno le percentuali degli ettolitri attualmente prodotti - circa un 70% atto al Durello Metodo Charmat e un 30% atto al Metodo Classico- .

Nel frattempo, attendiamo l’approvazione del nuovo disciplinare che chiamerà soltanto Monti Lessini il Durello prodotto con Metodo Classico e Lessini Durello quello prodotto con Metodo Italiano.