Alla scoperta dell'impronta aromatica: un percorso di studio della famiglia Tedeschi in Valpolicella

Incontare Sabrina, Antonietta e Riccardo Tedeschi è sempre un grande piacere. Nella primavera del 2021 salimmo insieme nei vigneti della tenuta La Fabriseria in Valpolicella classica e in quelli della tenuta Maternigo nella Valpolicella orientale. L’occasione fu data dalla presentazione dei primi risultati dello studio condotto in collaborazione con il Prof Maurizio Ugliano del Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona, per definire la cosiddetta impronta aromatica, vale a dire il “codice chimico” che consente di definire differenze aromatiche e di longevità nei vini ottenuti dai diversi vigneti  Qualche giorno fa, ecco il nuovo invito in azienda per scoprire ulteriori risultati della ricerca, con l’accompagnamento di una degustazione di vecchie annate di Valpolicella Superiore e Amarone.

Doveroso, all’inizio della giornata, l’omaggio al padre Lorenzo Tedeschi, che già nel 1964 decise di vinificare separatamente le uve del vigneto Monte Olmi, altro “cru” aziendale nella Valpolicella classica. Applausi a scena aperta per il grande patriarca, protagonista pure di un bel video che racconta l’amore per la terra della Valpolicella trasmesso ai figli, e che oggi si condensa in loro attraverso un grande rispetto per la tradizione, unito allo stimolo per una continua ricerca tecnica ed espressiva dei vini della Valpolicella. Qui il link al video.

A seguire, l’interessante relazione del Prof. Ugliano sui più recenti risultati della ricerca e l’interessante degustazione. “Dopo essere arrivati a identificare l’impronta aromatica delle singole particelle di vigneto” ha sintetizzato Riccardo Tedeschi “verificando che rimane invariata dal punto di vista qualitativo indipendentemente dall’andamento dell’annata, con questa nuova fase della ricerca abbiamo voluto capire la sua evoluzione nel tempo”. La degustazione ha permesso, infatti, di cogliere molto bene le diverse “impronte”nel percorso evolutivo dei vini.

A conclusione della mattinata un bel momento conviviale con le ottime proposte del Ristorante Famiglia Rana di Oppeano (1 stella Michelin), che vede protagonista lo chef Giuseppe D’Aquino. Decisamente ottimi gli abbinamenti con alcuni vini aziendali di annate più recenti.

La degustazione

Maternigo Valpolicella DOC Superiore 2012                                                            

Prodotto con le uve della parcella del vigneto Impervio, così chiamato perchè raggiunge il 45% di pendenza, esprime la caratterizzazione di alcuni composti che esaltano nel vino le note speziate dolci. Granato intenso, ventaglio olfattivo complesso ed elegante di mora, cassis, cannella. Al palato è sapido e dona una sensazione tattile di spessore materico sulla lingua, grazie a un tannino raffinato. Piacevole e persistente il finale.

La Fabriseria Valpolicella DOC Classico Superiore 2006

Prima annata prodotta dallo storico vigneto la cui impronta aromatica è data principalmente da alcuni terpreni che in vini giovani esaltano la nota floreale e con il passare del tempo evolvono verso note balsamiche in particolare di eucalipto. Luminoso granato con riflessi aranciati. Intense note floreali di viola essiccata. Frutto ancora molto vivo di composta di ciliegia, poi tabacco, grafite, humus e incenso. Al palato è pieno, suadente nella sua finezza avvolgente che si apre a un’appagante persistenza.

Amarone della Valpolicella Doc Classico 2006

Prodotto dal 1970, è l’Amarone che ora prende il nome di Marne 180 Amarone della Valpolicella DOCG. Prodotto con una selezione dai diversi vigneti aziendali, tra i 250 e i 350 metri di altitudine, ha una veste granato di bella consistenza. Palette olfattiva che spazia dalla carruba al tamarindo e alle erbe balsamiche, su una tessitura di frutti rossi in confettura: Scorre sul palato con piacevole beva, lasciando ricordi persistenti  e leggermente amaricanti.

La Fabriseria Amarone della Valpolicella  DOC Classico 1995

Non a caso metto quasi al centro dell’elenco questo Amarone perchè è stato davvero la grande sorpresa della degustazione. Granato intenso con riflessi aranciati, di bella trasparenza. Grande la coerenza gusto olfattiva dove ancora domina un frutto ben percepibile di ciliegia sotto spirito che lo lega con un filo sottile al precedente Valpolicella. Affascinanti note terziarie e balsamiche, che evidenziano l’impronta aromatica del dimetilsolfuro, sostanza ancora poco studiata -  e oggetto della ricerca - che nei vini giovani esprime note di frutti rossi e cassis, e con l’invecchiamento tende ad accentuare le note di sottobosco e tartufo. Grandissimo vino questo 1995, che ancora è un campione di freschezza e sapore.

Capitel Monte Olmi Amarone della Valpolicella Doc Classico 1990

Per me il Monte Olmi è sempre stato un vino misterioso e affascinante, di non facile interpretazione, tenendo conto che l’ho sempre avvicinato quand’era molto giovane. Occasione meravigliosa, dunque, per comprenderlo un po’ di più.  È stato interessante scoprire dalle parole del Prof. Ugliano che la “misteriosità” in qualche modo gli appartiene: “Quest’Amarone è rimasto misterioso per diverso tempo, infatti lo studio dell’impronta aromatica non ha evidenziato alcuna sostanza che differenziasse le uve del Monte Olmi in modo particolare rispetto alle altre”. Lo studio ha permesso di scoprire la presenza nel Monte Olmi di una quantità di piperitoni, composti che incidono moltissimo sulla freschezza aromatica e la longevità dei vini, qui in misura ben superiore rispetto a vini di Bordeaux. Granato intenso. Domina l’austera complessità olfattiva, su richiami di tarassaco, liquirizia, pepe e tamarindo. Al palato mostra una fresca pienezza gustativa con un lungo finale che richiama il sottobosco, lo zenzero e il tabacco dolce.

È stata davvero un’occasione preziosa per comprendere meglio la storia e la filosofia produttiva di un’azienda che ha nella dimensione familiare il suo punto di forza. Grazie di cuore a Sabrina, Antonietta e Riccardo.